Welfare aziendale: tutte le novità della legge di bilancio 2019

Quella del welfare aziendale è una pratica che negli ultimi anni ha preso piede in maniera sempre più decisa anche nel mondo delle piccole e medie imprese italiane. A favorirne la diffusione è stata, in prima battuta, la legge di bilancio 2016, con la quale il legislatore ha introdotto una serie di agevolazioni fiscali e ha normato per la prima volta l’utilizzo dei buoni welfare, allo scopo di incentivare le aziende ad erogare beni e servizi extra nei confronti dei propri dipendenti. Nel 2017 prima e nel 2018 poi, gli stanziamenti a favore delle aziende che puntano sul welfare sono stati rafforzati, allargando la base degli aventi diritto e aumentando il numero dei benefit a disposizione.
E per quanto riguarda il 2019? L’ultima Manovra, a dir la verità, non ha apportato novità particolarmente significative in termini di sostegno al welfare aziendale, limitandosi alla previsione di interventi tramite il Fondo per le politiche della famiglia.
Il tema del welfare aziendale nella legge di bilancio 2019
Ma analizziamo più nel dettaglio i contenuti dell’ultima legge di bilancio in materia di welfare aziendale. All’interno del testo si legge che nel prossimo anno il Fondo (introdotto nel 2006 e gestito dal Ministero per le politiche per la famiglia) sarà destinato a “finanziare interventi in materia di politiche per la famiglia e misure di sostegno alla famiglia, alla natalità, alla maternità e alla paternità, al fine prioritario del contrasto della crisi demografica, nonché misure di sostegno alla componente anziana dei nuclei familiari”. Viene poi specificato che una parte delle risorse serviranno a sostenere “iniziative di conciliazione del tempo di vita e di lavoro, nonché di promozione del welfare familiare aziendale, comprese le azioni di cui all’articolo 9 della Legge 8 marzo 2000, n. 53”.
La legge a cui si fa riferimento è quella che prevede particolari flessibilità nell’orario di lavoro per chi ha figli, introduce programmi di reinserimento dopo il congedo genitoriale e sancisce altri interventi a sostegno di madri e padri lavoratori.
Riassumendo, gli interventi che il Governo intende mettere in atto nell’ambito del welfare aziendale si limitano ad agire nell’ottica di un sostegno alla genitorialità e non incidono in maniera più strutturale come avvenuto invece nei tre anni precedenti.
La detassazione totale dei premi di produzione e i voucher
Il quadro normativo nel quale intraprendere politiche di welfare resta dunque sostanzialmente immutato e si conferma quello che le aziende italiane hanno ormai imparato a conoscere. Il punto cardine resta la detassazione totale per i premi produzione che il lavoratore sceglie di convertire in servizi di welfare, che vanno dall’educazione dei figli all’assistenza dei familiari anziani. Tali premi possono essere erogati in maniera diretta, tramite rimborso spese, oppure tramite voucher, la soluzione più semplice e conveniente per le PMI. A beneficiare di tali agevolazioni sono tutti i lavoratori dipendenti con un reddito inferiore a 80.000 euro annui e l’elargizione dei benefit può avvenire o in maniera unilaterale (quindi a seguito di una decisione dell’azienda) oppure tramite un accordo contrattuale (ad esempio dal 2017 è inserita come obbligo nel CCNL metalmeccanici).
Come usare i buoni welfare?
Le possibilità di spesa dei propri buoni welfare restano molto ampie: pensiamo ad esempio ai servizi di sostegno alla famiglia, come asili nido, borse di studio, scuole calcio o assistenza ad anziani e non autosufficienti. Oppure ai trasporti, con l’acquisto di abbonamenti per i mezzi pubblici (introdotto nel 2018). Un’altra possibilità è quella di spenderli per svago e benessere, quindi ad esempio per trattamenti, palestre e anche viaggi.
Spesso le piccole e medie imprese, che non hanno le strutture per erogare in maniera diretta questi benefit, scelgono di renderli disponibili ai propri dipendenti tramite siti specializzati: l’azienda li acquista dal provider di riferimento in base al valore del premio che intende erogare e li consegna al dipendente in formato cartaceo o elettronico. A quel punto il lavoratore avrà accesso a una piattaforma ricca di prodotti e servizi, tramite la quale spendere come preferisce il proprio premio produzione, sfruttandolo sempre al 100%.
L’azienda, in questo modo, può occuparsi del benessere dei dipendenti con tutti i vantaggi fiscali dei buoni welfare, ma senza doversi dotare di strutture complesse e senza dover stipulare convenzioni direttamente con chi fornisce i servizi.