Welfare aziendale per le Piccole Medie Imprese

Come funziona il welfare aziendale per le PMI e perchè piacerà ai tuoi dipendenti
Oggi sono sempre di più le aziende, anche di piccole e medie dimensioni, che scelgono di adottare piani di welfare rivolti ai propri dipendenti. I benefit erogati ai lavoratori, un tempo prerogativa delle grandi imprese e delle multinazionali, hanno cominciato a diffondersi anche nel mondo delle PMI soprattutto a partire dal 2016, quando il legislatore ha introdotto alcuni vantaggi fiscali e ha normato per la prima volta l’utilizzo dei buoni welfare. Proviamo allora ad addentrarci in questo mondo per capire come funziona il welfare aziendale, cercando di comprendere meglio di cosa si tratta e soprattutto perché garantisce vantaggi tanto alle aziende quanto ai dipendenti.
Che cos’è il Welfare Aziendale
Per welfare aziendale si intende l’insieme di quelle iniziative, elargite dal datore di lavoro, che hanno l’obiettivo di incrementare il benessere dei lavoratori e delle loro famiglie. Le aziende, in poche parole, si fanno carico di una parte dei bisogni dei dipendenti, concedendo loro una serie di benefit sotto forma di beni e servizi e non di denaro contante. Le tipologie di benefit possono spaziare dall’ambito previdenziale-assicurativo a quello educativo (asili nido o borse di studio per i figli), passando per l’assistenza ai familiari anziani, i contributi per i trasporti (abbonamenti ai mezzi pubblici o buoni benzina), fino allo svago e al benessere individuale (palestre, viaggi e così via).
Come funziona il Welfare Aziendale per le PMI
Le pratiche di welfare aziendale sono state a lungo normate dagli articoli 51 comma 3 e 100 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi, che garantivano agevolazioni su una gamma piuttosto limitata di servizi. Benefit come la mensa, i trasporti o i libri di testo non godevano di benefici fiscali ed erano pertanto forniti ai dipendenti solo da aziende medio-grandi o multinazionali, che potevano permettersi di sostenerne il carico.
A partire dal 2016, tuttavia, il legislatore è intervenuto sulla questione con una serie di provvedimenti che hanno allargato il paniere dei benefit e reso vantaggiosa l’adozione di pratiche di welfare anche per le PMI. Tra questi c’è il ripristino della tassazione agevolata al 10% per i premi produzione e, soprattutto, la possibilità di ridurla a zero nel caso in cui il lavoratore scelga di convertire i premi in servizi welfare. In pratica, 100 Euro di premi produzione convertiti in servizi welfare corrispondono a 100 Euro di spesa per l’azienda e 100 Euro spendibili dai dipendenti.
A beneficiare di tali agevolazioni sono tutti i lavoratori dipendenti con un reddito annuo inferiore a 80.000 Euro e i benefit possono essere erogati in maniera unilaterale (quindi per decisione dell’azienda) oppure tramite una negoziazione contrattuale. Diversi CCNL (metalmeccanici, orafi, telecomunicazioni, pubblici esercizi…) prevedono oggi un obbligo di contributo welfare annuale da versare ai lavoratori.
I servizi welfare possono essere erogati direttamente dalle aziende ma, proprio per venire incontro alle esigenze delle PMI, è stata introdotta e normata un’altra possibilità. Parliamo dei voucher, ossia dei titoli (cartacei o elettronici) che l’azienda acquista in favore del dipendente e che lui o lei potrà successivamente utilizzare presso fornitori di servizi convenzionati. In questo modo il lavoratore potrà spendere a piacimento il suo premio, sfruttandolo sempre per il 100% del suo valore.
I vantaggi del Welfare per le PMI
Buone pratiche di welfare aziendale possono creare un circolo virtuoso da cui traggono beneficio sia i lavoratori sia le aziende. Garantire ai dipendenti un giusto equilibrio tra lavoro e vita privata, alleggerirli di alcuni pesi e, in generale, agire per il loro benessere, non può che incidere positivamente sul clima aziendale e sulla produzione. Riduzione dello stress e aumento del senso di appartenenza si manifestano con un calo dell’assenteismo e un aumento dell’impegno. L’equazione è semplice: un lavoratore sereno è anche un lavoratore più produttivo.
I vantaggi possono essere analizzati anche da un punto di vista più concreto: come abbiamo già evidenziato, infatti, i buoni welfare non costituiscono reddito da lavoro dipendente e sono completamente esentasse. Questo è positivo per le aziende e soprattutto per i dipendenti, che aumenteranno il loro potere d’acquisto e potranno spendere di più di ciò che potrebbero permettersi se invece la somma fosse inserita loro in busta paga.
Insomma, il welfare aziendale non potrà che fare felici i dipendenti, migliorare l’ambiente di lavoro e contribuire alla crescita e al successo dell’azienda.